Contratto per uccidere (The Killers, Don Siegel, 1964) #Venezia75

Pubblicato il da Emanuele Rauco

Contratto per uccidere (The Killers, Don Siegel, 1964) #Venezia75

Il racconto e la sua arte hanno a che fare con la verità, con la sua ricerca magari impossibile o con il suo occultamento (come dice anche un film come Sunset di Laszlo Nemes): altrimenti perché in Contratto per uccidere due killer dopo essere stati pagati per l'esecuzione di un omicidio cominciano a chiedersi perché la loro vittima non si sia mossa, come se li aspettasse, dando il via a un'indagine serrata?

Certo, ci sono di mezzo i soldi di una rapina, ma soprattutto le sbavature di un lavoro "strano", la voglia di scoprire cosa c'è dietro l'apparenza. La base quindi di ogni racconto ben riuscito: non a caso - come la precedente versione di Siodmak e al contrario del racconto di Hemingway che ne è la base - la struttura procede per flashback, personaggi che raccontano dentro un racconto. Siegel mette in scena la vicenda con un senso del ritmo pazzesco, dall'incipit nella casa per ciechi alla pianificazione del colpo e in un finale memorabile esalta le doti di un cast perfetto: Lee Marvin e la sua insospettabile fisicità, Ronald Reagan che apre il suo animo con un minimo gesto del sopracciglio. Siegel ha cominciato nel cinema come montatore delle sequenze in cui si deve suggerire il passare del tempo. Sarà per questo che Contratto per uccidere sembra un metronomo.

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