Mission: Impossible - Fallout (Christopher McQuarrie)

Pubblicato il da Emanuele Rauco

Mission: Impossible - Fallout (Christopher McQuarrie)

L'action movie contemporaneo più che con l'unitarietà dell'opera cinematografica o l'unità aristotelica in senso drammaturgico ha a che fare con le attrazioni circensi, con l'episodicità del musical (anche per l'uso dei corpi in chiave coreografica), con il tripudio crescente di un concerto. L'istante, la sequenza d'azione è l'opera non una sua parte. In questo senso Mission: Impossible - Fallout, il sesto della serie, è una garanzia di ottimo design coreografico e plastico. 

Ovviamente ci sono i due cardini di ogni action spionistico che si rispetti: un cattivo che vuole far fuori mezzo mondo per soldi e potere e un triangolo sentimentale. Poste queste basi, e aggiungendo il carisma fisico e mimico di Tom Cruise, McQuarrie va spedito sfruttando la lunga durata (148') per distendere lo sguardo, per non affrettare freneticamente il ritmo, per pulire e costruire le sequenze con occhio attento e moderno (il volo dall'aereo in piano sequenza digitale, ma anche la corsa a piedi in giro per Londra valgono il prezzo del biglietto). Se i film Marvel Studios sono il prêt-à-porter dell'action movie, Mission: Impossibile è l'haute couture. 

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