Black Cat (Lucio Fulci, 1981)

Pubblicato il da Emanuele Rauco

Black Cat (Lucio Fulci, 1981)

E' il più sopravvalutato tra i registi riscoperti negli ultimi anni dalla revisione di stracultisti e cinefilari per cui ogni immagine della serie B è figlia di capolavori rinnegati: Lucio Fulci, a fronte di alcuni film notevoli e resistenti al tempo e di un certo talento figurativo, ha spesso palesato un uso raffazzonato della macchina da presa, una certa sgangheratezza svogliata, specie dagli anni '80. Black Cat fa parte di questa tendenza, anche se sulla carta si ispira a Poe: un gatto nero assassino, uno psicologo con poteri psichici, una serie di misteriosi delitti. 

Nel film, Fulci cerca di superare la definizione di terrorista dei generi al suo cinema violento, eccessivo, gore e splatter: punta al gotico, al pastiche di generi della vena nobile della serie B, riduce gli effettacci (da non perdere però Lassander bruciata viva) e prova a creare tensione con la tecnica, ombre in stile Tourneur, montaggio e zoom sugli occhi con un suo côté teorico. E' un tentativo che decisamente non riesce: il film è fiacco, ripetitivo, sgangherato e poco inventivo. Eppure va concesso a Fulci di lavorare su un immaginario pure, cinematografico e visivo, non edulcorato dall'estetica televisiva che infatti a fine carriera lo rifiutò. Terrorista, nel bene e nel male. 

Voto: ★½

 

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