Halloween (David Gordon Green) #Romaff13

Pubblicato il da Emanuele Rauco

Halloween (David Gordon Green) #Romaff13

Torna direttamente alle radici Green con Halloween, non solo perché cancella tutta la continuity dei film successivi all'originale di Carpenter di cui questo celebra i 40 anni, ma perché affonda le mani in tutto il sostrato reazionario che covava sotto quel film, lo porta a galla raccontando Laurie ancora traumatizzata dagli eventi e Michael che fugge dalla detenzione per cercare di chiudere il cerchio (magari ammazzando Laurie, la figlia e la nipote durante la festa del 31 ottobre) oppure solo per fare un po' di mattanza.

Jamie Lee Curtis è diventata una sorta di redneck paranoide che cova una passione per l'isolamento e le armi (e ovviamente ha ragione, come Loomis che in una vecchia cassetta celebra la pena di morte per il "male assoluto" Myers) e si confronta con la borghesia della famiglia della nipote, i bambini sparano e muoiono con la stessa facilità, la sessuofobia è ancora più accentuata, ii cattivi vanno all'inferno e l'unico scienziato del film supera con i limiti della scienza quella della ragione. Dall'altro lato, c'è una componente femminista perversamente intesa, ma al netto delle sue possibili (ri)letture, Green sbaglia proprio le radici del progetto, ovvero la suspense, la tensione, le sequenze di omicidio e con esse affonda il film nella totale implausibilità (ai confini del pretesto) di presupposti e progressione. Senza legante, senza compattezza le radici cedono con tutto l'albero. 

 

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