Soldado (Sicario: Day of the Soldado, Stefano Sollima)

Pubblicato il da Emanuele Rauco

Soldado (Sicario: Day of the Soldado, Stefano Sollima)

Dato che, dopo la chiusura del Mucchio cartaceo ha chiuso anche il sito, pubblico qui la mia ultima recensione

Per il resto del mondo Soldado (o meglio, nel loro caso Day of the Soldado) è il seguito di Sicario, il film di Denis Villeneuve ambientato al confine tra USA e Messico nella guerra dei cartelli della droga; ma per gli italiani, il film è l’esordio di Stefano Sollima a Hollywood, dopo il successo mondiale di serie come Gomorra e Suburra. 

 

Il film più che raccontare il dopo del film del 2015, prende due di quei personaggi e ambienta la storia in quell’universo narrativo: dopo una serie di attentati terroristici che vedono coinvolti i cartelli messicani, il governo USA affida allo specialista della CIA Graver (Josh Brolin) il compito di istigare la guerra tra cartelli per limitarne l’azione esterno. Obiettivo: rapire la figlia di un boss e chi meglio del “nero” Gillick (Benicio De Toro) per portare a termine l’operazione? Sempre sceneggiato da Taylor Sheridan, Soldado abbassa le ambizioni del predecessore e trasforma l’affresco noir-esistenzialista in un thriller d’azione composito ed efficace. 

 

Senza dimenticarsi di affondare le radici nei temi della contemporaneità: il confine col Messico, divenuto così importante sotto l’amministrazione Trump, diventa un luogo pregno di suggestioni narrative e visive, di sotto-testi politici pressanti come la lotta al terrorismo, a riprova che quel confine è divenuto simbolicamente un ricettacolo di pulsioni, di paure, di riflessioni (per esempio, sul rapporto tra fine e mezzi, sulla lotta del singolo contro l’istituzione). Sollima lascia autorialmente più spazio allo sceneggiatore (anche regista di I segreti di Wind River), ne fa emergere la forte vena western, come evidente dalla parentesi in cui Del Toro e la ragazza sono soli nel deserto, e questo assicura una cura dei personaggi e dello spessore umano indubbia. 

 

Sollima dal canto suo si concentra sulla tecnica narrativa composita, sulla disposizione e costruzione del racconto, e su quella cinematografica, con l’uso di riprese dall’alto e “embedded” in cui far sentire il senso di controllo laico e politico e almeno una sequenza da ricordare, come quella dell’attacco al convoglio. Forse manca un pizzico di cattiveria che porta il film a fare qualche sconto ai personaggi e a esagerarne le doti, ma Soldado è il lavoro di un artigiano dell’azione che non fa mai dimenticare che il cinema di genere è un modo perfetto per sintetizzare cuore, pancia e intelletto. 

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M
La premiere del film è stata finora un'impressionante impressione ed emozione. Per molto tempo non ho avuto il piacere di guardare un film!
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