La repubblica dei troll

Pubblicato il da Emanuele Rauco

La repubblica dei troll

La più importante riflessione sulla situazione politica la fornisce un sito internet, e non sarebbe una novità. Ma la fornisce un sito che con la politica non c'entra molto: Wikipedia. La pagina si chiama Troll (Internet). Innanzitutto definendo cos'è un troll definisce anche un politico 2.0: "Con il termine troll, nel gergo di internet, e, in particolare, delle comunità virtuali, si indica una persona che interagisce con gli altri utenti tramite messaggi provocatori, irritanti, fuori tema o semplicemente senza senso, con l'obiettivo di disturbare la comunicazione e fomentare gli animi". Prendendo il 25% dei voti. 

Delle due origini del termine troll in questo senso, rispetto alla mitologia nordinca, ci sembra più azzeccata l'etimologia peschiera: "l'origine proverrebbe da un altro significato del verbo inglese to troll, muovere un'esca in modo tale da spingere un pesce ad abboccare". Leccando bene la matita copiativa, per esempio. 

Come ben sappiamo "I primi riferimenti all'uso del termine "troll" sono presenti nell'archivio Usenet e risalgono agli anni ottanta" ed è arrivato ai giorni nostri, quando domani s'incontrerà con il Moderatore ("chi cerca di risolvere attivamente il conflitto in modo che tutte le parti in causa restino il più possibile soddisfatte, dando talvolta involontariamente "da mangiare ai troll"), con obiettivi precisi: "Ricerca di attenzione (elettorale), Divertimento o satira, Disagio personale, Ragioni economiche (dvd e instant book), Modificare l'opinione, Combattere il conformismo, Attaccare un utente o un gruppo (o tutti indistintamente), Diluire i messaggi informativi (di solito asserviti)". Il troll, che grida spesso scrivendo col CAPS LOCK ACCESO, ha però anche effetti positivi sulla comunità: "rafforzare il sistema contro gli attacchi, contribuire alla maturazione democratica di una comunità nel tollerare il dissenso (qui ci si sta lavorando), scardinare posizioni di potere, dominanti o di controllo autoritario, stimolare o rianimare, anche involontariamente, la partecipazione informativa". Da nessuno parte si parla del troll appunto come qualcuno che vuole gestire al massimo, come si diceva poco sopra, controllare. 

E questi effetti positivi nella 3^ repubblica dentro l'incubatrice si possono già vedere: presidenti delle camere fuori dalle logiche di partito, programmi esecutivi che all'improvviso diventano davvero popolari e di sinistra, tutti che vogliono rinnovarsi. Etutti che danno da mangiare, più o meno volontariamente al troll, senza ricordarsi che per applicare una contromisura efficace basterebbe "ignorare le provocazioni, resistendo alla tentazione di rispondere. Quando un troll viene ignorato, solitamente inizia a produrre messaggi sempre più offensivi cercando di provocare una reazione, sovente scadendo anche nel grottesco, per poi abbandonare il gruppo". Ma i troll sono di destra o di sinistra? Sono dal basso, ma si piazzano in alto dietro a tutti, per dare fastidio senza che nessuno li veda. 

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