Cura la tua destra (Jean-Luc Godard)

Pubblicato il da Emanuele Rauco

Cura la tua destra (Jean-Luc Godard)

Travalicare ogni limite, regola, prassi. E' l'obiettivo che ha guidato ogni passo cinematografico di Jean Luc Godard, portandolo a un'escalation che non poteva non renderlo un'eremita che rifiuta l'Oscar. A pagarne il prezzo, calcolato, è lo spettatore, costretto ad aprirsi per poter afferrare film chiusissimi. Come questo Soigne ta droite dell'87, storia (parola evidentemente da prendere con le molle) di un regista che deve consegnare un film in un giorno solo e della strampalata umanità che lo circonda.

Ma anche una volta che lo spettatore si sia aperto, cosa gli rimane? Un film strampalato, sconnesso e del tutto autoreferenziale, che parte con citazioni di tati ma poi si perde in dialoghi, immagini poetiche senza poesie, intenti che non vanno da nessuno parte. E l'intento teorico di distruggere il metacinema col metacinema non interessa a nessuno. Unico guizzo del maestro, lo splendido magma sonoro e musicale curato da Beldent, Leroux e Musy. Bella prova del compianto Jacques Villeret.

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