Last Flag Flying (Richard Linklater) #RomaFF12

Pubblicato il da Emanuele Rauco

Last Flag Flying (Richard Linklater) #RomaFF12

C'è modo e modo di essere concilianti. Lo si può fare con l'ipocrita perbenismo di Stronger, oppure lo si può fare con la disillusione di Linklater in Last Flag Flying. Anche perché entrambi i film, che la programmazione della Festa del Cinema di Roma ha giustamente messo a fianco, parlano di eroismo quotidiano e di cosa significhi per un "eroe" essere tale agli occhi della società: nel caso del film di Linklater (seguito di L'ultima corvè di Hal Ashby), l'eroe è morto in guerra e il padre (uno Steve Carell in una delle prove più belle dell'intera carriera) chiede a due vecchi amici di aiutarlo nella trafila burocratica per trasportarlo e seppellirlo senza influenza da parte dell'esercito. 

Anche Last Flag Flying si riconcilia col mondo e con i traumi dei suoi personaggi, ma lo fa prendendo come pietra angolare del suo discorso l'intimo dei personaggi (anziché l'adesione alle convenzioni sociali), replicando con sottigliezza tanto il vecchio film quanto il cinema della New Hollywood a cui s'ispira e aspira. E Linklater trae da questa conciliazione umana e personale una riflessione morale e anti-conformista sul tempo (e il cinema) che passa, in cui la cura dei dialoghi, la dolce ironia e l'affettuoso humour del tono, la bravura del cast al completo creano un'empatia che cresce con i minuti, che abbraccia con lo spettatore, che comunica in modo diretto e acuto. Perché la conciliazione per qualcuno può essere una debolezza, per altri è un atto di forza interiore. 

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