Frank Costello faccia d'angelo (Jean-Pierre Melville, 1967)

Pubblicato il da Emanuele Rauco

Frank Costello faccia d'angelo (Jean-Pierre Melville, 1967)

In una sequenza verso la fine di Frank Costello faccia d'angelo (Le samourai), Jef - è questo il nome originale del killer interpretato da Alain Delon - si trova di fronte l'uomo che deve uccidere, tira fuori le mani guantate di bianco per mostrarle vuote all'avversario. Questi tira fuori una pistola e la punta verso Jef. Il quale spara facendo "apparire" una pistola dove prima c'erano solo guanti. Il montaggio è talmente rapido che non può essere un errore di continuity. Melville qui ha voluto sublimare l'aura ieratica del suo protagonista rendendolo metafisico, spostando sensibilmente e fluidamente il film su un piano diverso dal noir a sfondo gangsteristico (o poliziesco).

La storia di un sicario che dopo un colpo è braccato dalla polizia e dai committenti per paura che parli diventa nelle mani di Melville qualcos'altro: lo mostra chiaramente la prima magnifica inquadratura, di nitidissima composizione e calma con un bellissimo carrello in avanti (quella finale, complementare più che opposta, mostrerà il caos interiore dell'uomo, chiudendo con un carrello indietro: le scelte di vita diventano scelte di stile). Il gesto, la cura, il dettaglio trascendono la mitologia del genere e diventano un film sulla solitudine perfetta, di purezza bressoniana, che rivela un senso del cinema abbacinante (nel suo ritmo apparentemente lento cova un grande montaggio che amplifica la suspense), una capacità di costruzione e messinscena magistrale. Un grande film. 

Voto: ★★★½

Commenta il post