Il viaggio di Arlo (The Good Dinosaur) | Peter Sohn

Pubblicato il da Emanuele Rauco

Il viaggio di Arlo (The Good Dinosaur) | Peter Sohn

E' piuttosto facile liquidare Il viaggio di Arlo come un comune film d'animazione per bambini, specialmente dopo il fenomenale exploit di Inside Out, il precedente film Disney Pixar. La storia parrebbe aiutare l'interpretazione: in un passato ucronico, in cui il meteoriti che estinse i dinosauri non colpì mai la Terra, Arlo è un dinosauro che si è estremamente evoluto, mentre Spot è un cucciolo d'uomo che in pratica agisce come un cane ed è un parassita per la famiglia di Arlo. Una serie di circostanze li unirà nel viaggio impossibile con cui Arlo cercherà di tornare a casa. 

Però poi, come sempre quando si parla di cinema (ma di arte in genere), conta nello specifico come si costruisce un racconto, come si decide di voler comunicare allo spettatore. E Sohn decide di comunicare attraverso una maturità di narrazione che non troveremmo in altri "film per bambini": innanzitutto la drammaturgia, che anziché gli andirivieni, i ritmi sincopati di quello che si suppone sia il cinema dei più piccoli - frenetico, rumoroso, melassoso -, preferisce il tempo largo, l'ampiezza del racconto in cui le accensioni dell'avventura siano effettivamente efficaci; poi il contesto, che anzichè giocare con la tipica meccanica della fiaba guarda al classicismo western, alla mitologia del cinema della frontiera nei personaggi, nei luoghi, nei tempi, nella regia. E soprattutto l'occhio cinematografico, la capacità di raccontare attraverso le immagini, pensando per immagini, rendendo Il viaggio di Arlo un film che proprio per questo può colpire l'immaginario infantile: perché i suoi nodi centrali, i suoi temi sono inscritti nelle immagini (l'esemplare, bellissima sequenza del racconto della famiglia di Arlo, in cui disegni e bastoncini sono l'alternativa espressiva al banale flashback). Basti pensare a come i momenti più emozionanti siano quelli di stasi,di sospensione estetica, in cui la natura domina (le lucciole, le nuvole, il fiume e il sole) mentre i passaggi più convenzionali sembrano quasi un dovere. Minore di sicuro, ma il nuovo Pixar è tutt'altro che trascurabile. 

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